L'AFFICHE ROUGE - Wacatanca

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Le nostre classi dominanti hanno sempre cercato di garantire che i lavoratori non abbiano storia,
non abbiano dottrina, non abbiano eroi o martiri.
Ogni lotta deve ricominciare da zero, separata dalle lotte precedenti.
L'esperienza collettiva è persa, le lezioni sono dimenticate.
La storia appare quindi come proprietà privata i cui proprietari sono i proprietari di tutte le cose.
Rodolfo Walsh
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L'AFFICHE ROUGE

Pubblichiamo la canzone di Leo Ferrè per rendere omaggio, non solo ai 23 combattenti comunisti dei FTP-MOI fucilati il 21 febbraio 1944 dai nazisti, ma a tutti gli uomini e le donne che hanno perso la vita lottando per la libertà e la giustizia sociale.
 
Il poeta Luis Aragon scrisse la poesia (diventata il testo della canzone) facendo riferimento ad un episodio della resistenza francese conosciuto come “L'affiche rouge”. Successivamente si accostò a “L'affiche rouge” la storia del “gruppo Manouchian”. Ma non è mai esistito nessun “gruppo Manouchian”! L’invenzione di tale gruppo è funzionale alla campagna di distorsione e depotenziamento di una esperienza fra le più significative della Resistenza europea, che ha visto nei FTP-MOI la sua espressione più avanzata. Il cofanetto “Alle origini dei Gap” chiarisce perfettamente tutto questo. Quindi nessun “gruppo Manouchian”, ma una organizzazione comunista combattente composta da immigrati, i FTP-MOI, a cui appartenevano i 23 comunisti fucilati dai nazisti
FTP-MOI
(Franchi Tiratori Partigiani – Mano d'Opera Immigrata)

Nel  1942 le organizzazioni partigiane, alcune delle quali operanti nella  regione parigina fin dall'estate 1940, sono state sterminate dalla  polizia francese e dalla Gestapo; restano attivi nel 1943, accanto  all'organizzazione della Resistenza addetta alle informazioni, quasi  esclusivamente i gruppi armati dei FTP-MOI (Franchi Tiratori Partigiani –  Mano d'Opera Immigrata), 65 resistenti che non hanno generalmente la  cittadinanza francese braccati da 200 ispettori della Brigate speciali  del servizio informazioni della Préfecture de Police (Questura), oltre  che naturalmente dalla Gestapo.
Sono  quei 65 che in 18 mesi, giugno 1942–novembre 1943, compiono 229 azioni  contro gli occupanti, cioè una ogni due giorni. L'azione più  spettacolare ha luogo il 28 settembre 1943, quando quattro membri dei  FTP-MOI (Celestino Alfonso, Spartaco Fontanot, Léo Kneler e Marcel  Rayman), giustiziano in rue Pétrarque, nell'elegante 16° arrondissement  di Parigi, il generale delle SS Julius Ritter, responsabile dell'invio  di 500.000 francesi in Germania per il STO (Servizio del Lavoro  Obbligatorio).

L'arresto
23 membri dei FTP-MOI parigini sono arrestati nel novembre 1943 giudicati nel febbraio 1944 e condannati a morte. Gli uomini sono fucilati nel forte del Mont-Valérien il 21 febbraio. La maggior parte di loro sono seppelliti nel cimitero di Ivry-sur-Seine. Olga Bancic, la sola donna, è decapitata il 10 maggio 1944 a Stoccarda.
Nel vano tentativo di screditare il gruppo e la Resistenza tutta, gli occupanti nazisti ed i loro alleati del regime di Vichy organizzano dopo l'arresto dei 23 combattenti dei FTP-MOI nel novembre 1943 una macabra campagna “pubblicitaria”, stampando e facendo affiggere 15.000 manifesti di colore rosso (l'Affiche Rouge) sui quali, sotto lo slogan “DEI LIBERATORI? LA LIBERAZIONE AD OPERA DELL'ESERCITO DEL CRIMINE” figurano le foto, i nomi e le azioni di 10 partigiani accuratamente scelti (5 ebrei polacchi, 2 ebrei ungheresi, 1 comunista italiano, 1 “rosso” spagnolo, 1 “capo-banda” armeno). Nel manifesto sono riprodotte inoltre 6 foto di attentati o distruzioni che rappresentano le azioni di cui i partigiani sono accusati: la sua concezione complessiva mira a presentare questi resistenti che, pur non avendone la nazionalità, combattono per il paese che li ha accolti, come dei criminali, terroristi assetati di sangue (la propaganda nazista insiste sul fatto che quasi tutti i membri del gruppo sono stranieri, in maggioranza ebrei).
Ma l'iniziativa finisce per produrre un risultato che è l'opposto di quello sperato: il popolo francese non si lascia ingannare dalla propaganda nazifascista ma si stringe con rinnovato coraggio intorno alla Resistenza e 500.000 partigiani finiscono per riscattare quanti avevano collaborato per oltre quattro anni con l'occupante nel quadro del regime di Vichy diretto dal maresciallo Pétain o erano restati a guardare in attesa di tempi migliori.
Traendo ispirazione dalla lettera che Missak Manouchian (uno dei 23 arrestati, che in quel momento era il responsabile dei FTP-MOI parigini) invia alla moglie prima dell'esecuzione, il grande poeta Louis Aragon scrive nel 1955 un'indimenticabile poesia, cantata nel 1959 da Léo Ferré, che ne compone la musica.

sottotitolato in italiano

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